Calore efficiente: la biomassa legnosa

di Davide Guerra

Calore efficiente: la biomassa legnosa

Cosa sapere per possedere una stufa o un camino a biomassa legnosa ed essere in regola con la normativa

Biomassa legnosa come risorsa energetica rinnovabile

La biomassa legnosa ha il grande pregio di utilizzare una risorsa energetica rinnovabile, sia essa legna o, più recentemente, pellet. I vantaggi nell’utilizzare la legna sono innumerevoli: si riducono le emissioni di CO2 in atmosfera, si contribuisce a contrastare i cambiamenti climatici e, con una accurata gestione di boschi e foreste, si favorisce anche una buona gestione del territorio.

Effetti collaterali della combustione

D’altro canto però, la combustione incontrollata produce polveri sottili PM10 e PM2,5 oltre ad altri inquinanti dannosi per l’atmosfera. Proprio nella direzione di contrasto all’inquinamento generato da stufe e caminetti si sta muovendo l’Unione Europea, e conseguentemente la nostra normativa nazionale e regionale (tra tutte spicca la Regione Lombardia come “apripista”, seguita da Emilia Romagna, Toscana, Piemonte e Veneto).

Progetto PrepAIR e normative regionali

Il progetto Europeo si chiama PrepAIR (Po Regions Engaged to Policies of AIR, cioè Regioni del Po impegnate nelle politiche dell’aria) e comprende una fascia che dal Piemonte arriva fino in Slovenia. Anche se le altre regioni non hanno ancora legiferato in materia, la direzione verso cui andare è ormai definita, quindi meglio aggiornarsi per tempo.

Premesso che le cause principali di questo tipo di inquinamento andrebbero cercate anche altrove, e che avrebbe molto più senso fare una valutazione della LCA (Life cycle assessment) delle diverse fonti energetiche/diversi sistemi di generazione del calore per capire quelle che siano più inquinanti, il “segreto” sta nella corretta combustione.

Normative e regolamentazioni per impianti a biomassa legnosa

Con il DM 186 del 07-11-2017 vengono definiti quali sono gli impianti a biomassa legnosa e viene data indicazione sui requisiti per metterli in funzione correttamente. Viene introdotta una certificazione ambientale con un rating 1-5 in base alle emissioni disperse in ambiente, e viene definito che l’installazione di nuovi generatori dovrà avere una classe di prestazione emissiva pari a 4 stelle, il divieto assoluto di utilizzare camini aperti e stufe a legna con classe inferiore a 3 stelle (ad eccezione dei comuni montani) e l’utilizzo di pellet certificato alla classe A1.

Sono poi state introdotte alcune deroghe: impianto con un alto rendimento energetico (almeno 75% se alimentato a legna, 85% se alimentato a pellet, come da scheda tecnica dell’apparecchio); impianto che costituisce l’unica fonte di riscaldamento dell’abitazione; piccolo impianto (fino a 10 kW) utilizzato saltuariamente per scopi ricreativi; impianto storico collocato in edifici soggetti a tutela; stufa ad accumulo progettata e assemblata in opera ovvero integrata con l’edificio (ad esempio le vecchie stufe in maiolica).

Miglioramenti per caminetti aperti e scelte consapevoli

Ma è possibile rendere efficiente il nostro caminetto aperto? Sì, mediante l’inserimento di un monoblocco all’interno del focolare, una nuova unità di combustione dotata di vetro ceramico frontale, con la possibilità di canalizzare l’aria calda prodotta, massimizzando sia la combustione che la gestione dei fumi e del calore.

E nel caso fossimo interessati all’acquisto di una nuova stufa o caminetto, che accorgimenti dovremmo perseguire per essere in regola con i divieti che entreranno in vigore il 15 ottobre 2024, (data in cui terminerà il periodo derogatorio)? Acquistare una nuova unità con valutazione a 4 o meglio 5 stelle, insieme a una canna fumaria certificata. In questo modo si avrebbe tutta la documentazione in regola per evitare multe e sanzioni, che possono essere anche molto onerose, arrivando sino a 5.000 euro.

Calore efficiente: la biomassa legnosa

Considerazioni sui condotti d’aria

Nel caso di edifici efficienti con una buona tenuta all’aria, occorrerà, inoltre, porre l’attenzione e progettare adeguatamente il condotto per l’aria comburente al fine di fornire la quantità di aria necessaria all’impianto, che solitamente è circa di 16 mc/ora, corrispondente a un diametro di circa 100 mm. Tale condotto porta l’aria necessaria direttamente dall’esterno, e può essere integrato nella canna fumaria stessa oppure essere un canale a tenuta che dal retro della stufa va direttamente all’esterno dell’edificio. È un aspetto fondamentale da valutare nei nuovi edifici sempre più sigillati e con pochi spifferi, dove l’apporto di aria esterna è controllato.

Potenza termica e volume riscaldabile

Cosa si intende per “Potenza termica al focolare di un generatore di calore”? il prodotto del potere calorifico inferiore del combustibile impiegato e della portata di combustibile bruciato. L’unità di misura è sempre il kW. I vari cataloghi che mostrano le caratteristiche delle stufe vendute segnalano la potenza termica al focolare espressa in kW e poi indicano il volume riscaldabile: quindi aiutano a capire quanta casa possiamo riscaldare con quel modello di stufa. Ovviamente questo è un valore che da solo non è sufficiente a definire l’effettiva resa del generatore, che comunque sarà maggiore nella stanza in cui è installato, e via via inferiore man mano che ci allontaniamo.

Articolo pubblicato su 100 Idee per Ristrutturare di dicembre/gennaio 2024

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