“Camera” con vista
Un terrazzo oggi può essere una stanza in più da sfruttare quasi tutto l’anno. Ecco qualche importante accorgimento per goderne al meglio.
I tempi in cui il terrazzo “dormiva” come sotto un incantesimo per tutta la stagione invernale sono ormai lontani. Oggi l’obiettivo, racconta l’architetto Emanuela De Leo, «è cercare di sfruttarlo quasi 12 mesi l’anno». Sarà più semplice in climi temperati, ma sono molte le soluzioni che permettono di renderlo più alla portata di tutti i giorni. Come i materiali dei tessuti provenienti dal mondo della nautica – antimuffa e resistenti agli agenti atmosferici – o degli arredi, tutti di facile pulizia; in questo modo non servirà programmare per tempo la messa in servizio del terrazzo. Anche la pavimentazione ricopre un ruolo importante e sono disponibili sul mercato moltissime superfici interessanti: «ceramiche, gres, “legni ricomposti” con pvc e materiali plastici, superfici che si possono installare con piedini, a secco».
Tutto rigorosamente resistente alle intemperie. La vera rivoluzione, però, è resa possibile da strumenti come le protezioni solari e le pergole bioclimatiche. «Con le pergole riusciamo a differenziare le varie aree del terrazzo, a creare delle zone d’ombra e migliorare le prestazioni energetiche nel regime estivo, perché si riduce l’irraggiamento diretto; durante l’inverno, offrono zone un po’ protette dall’acqua piovana».
Ora che abbiamo stuzzicato la voglia di sfruttare il terrazzo, ecco qualche indicazione per la ristrutturazione. «La prima cosa, fondamentale, è realizzare un adeguato massetto delle pendenze, in modo che tutti i canali di scolo, anche quelli delle piante, funzionino al meglio. Bisogna assolutamente evitare la formazione di gobbe e pozze d’acqua».
Inoltre è importante tenere sotto controllo i carichi: «mai eccedere con i pesi; ci deve essere un controllo a monte di tutto quello che viene poggiato sul solaio, anche una semplice vasca da vegetazione: ricordiamo che la terra una volta bagnata aumenta di peso». Poi libero sfogo alla fantasia, ma sempre in linea con l’estetica dell’interno. La progettazione dovrà ruotare attorno alla distribuzione degli spazi: «la richiesta, a seconda della metratura, è spesso di due aree: conversazione, con divani e poltrone, e aggregazione, con una zona pranzo» conclude l’architetto.
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