Piani a scomparsa: 3 proposte di cucine multifunzione
Le superfici scorrevoli sono una strategia utile nelle piccole cucine. Occorre, però, tenere presenti alcuni aspetti pratici per poterle sfruttare al meglio
Una soluzione salvaspazio. Ma non solo. Un piano scorrevole in cucina consente di dare più funzioni a ogni spazio e, al contempo, offre la possibilità di nascondere alla vista piano cottura, lavabo o altri elementi. Esistono in commercio diverse soluzioni pensate per queste esigenze, ma è anche possibile progettare su misura il piano scorrevole: l’esperto può partire da basi di serie per personalizzare l’unità mobile oppure può sviluppare un disegno sartoriale in ogni sua parte per creare un volume più integrale e organico.
Quando e perché. «Quando il piano di lavoro è relativamente piccolo o quando non c’è sufficiente spazio nella zona giorno per avere una zona snack stabile – spiega l’architetto Salvatore Vicidomini dello studio di architettura Manuarino –, un piano scorrevole aumenta la funzionalità. Si tratta di una soluzione capace anche di dare alla cucina un gradevole pregio estetico». Nei casi di spazi veramente esigui, come mostriamo con la seconda soluzione, un piano così pensato può interamente sostituire il tavolo free standing, fornendo la possibilità di consumare i pasti senza rubare ulteriore metratura per un mobile sempre presente.
Il concetto estetico. «Isole o top cucina dotati di un piano scorrevole – dichiara l’architetto Giacomo Minelli dello studio MIROarchitetti –, oltre a essere particolarmente funzionali, conferiscono all’ambiente un aspetto più da loft, stemperando l’allure dell’abitazione tradizionale. Un tavolo che va a scomparire attenua quell’impressione di formalità da sala da pranzo». Nel caso, poi, esista comunque un tavolo free standing con una sala dedicata, uno spazio snack mobile fornisce un’alternativa più dinamica, per mangiare in maniera più rapida o cucinare insieme sfruttando le diverse zone del piano di lavoro.
I parametri per progettare. Esistono soluzioni che si alzano e che si abbassano, superfici che scompaiono o che nascondono parti del mobile cucina. Qualsiasi sia la funzione della superficie pensata per traslare, questa deve essere progettata ad hoc per svolgere appieno il suo compito, per cui «se un piano deve sostenere piatti colmi, bicchieri e tutto ciò che si richiede per un pranzo – sottolinea Francesco Ravasio, architetto dello studio Laboratorio Italiano Design –, questo deve avere la portanza adeguata. Oggi ci sono sistemi di ancoraggio che sostengono pesi notevoli. L’aspetto fondamentale di cui tenere conto è la dimensione del volume completamente aperto, perché per poter usare l’elemento al meglio, lo spazio attorno deve essere pensato per accogliere il mobile e la superficie scorrevole al massimo della sua apertura. Considerando che, poi, non sarà sempre così, ma che nel momento in cui il piano si renderà utile andrà a occupare tutto quello spazio». Al di là di questi parametri, il discorso si concentra sull’estetica e sul gusto personale di linee, materiali ed elementi visibili.
Sopra il top, pranzare e cucinare
di Studio Laboratorio Italiano Design
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Di qua, di là. Sopra il piano, sotto il piano
di Studio di architettura Manuarino
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Articolo pubblicato su 100 Idee per Ristrutturare maggio 2021
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