All’ombra degli incentivi con le pergole bioclimatiche
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La pergola bioclimatica offre un comfort naturale che incide anche sul benessere indoor riducendo i consumi. Infatti può usufruire del super bonus 110%
Comfort naturale e incentivi
Gli spazi si ampliano e gli ambienti open air diventano vivibili tutto l’anno con le pergole bioclimatiche. Le lamelle che compongono la copertura possono essere aperte, chiuse, inclinate e, sfruttando l’energia del sole e del vento, creano un ambiente confortevole. Con la pioggia la copertura diventa ermetica. Oppure può essere completamente aperta: impacchettando le lamelle, ecco una finestra sul cielo.
«Negli ultimi due o tre anni le pergole bioclimatiche sono diventate anche una moda – spiega Lucio Carraro, progettista di pergole e titolare dello Studio 66 –, è cresciuto il numero di produttori, è aumentata la pubblicità e quindi la richiesta». Ma dal 2020 c’è stata una vera impennata. Due le ragioni principali. «La pandemia ci ha costretti a vivere maggiormente gli ambienti domestici ed è cresciuta la voglia di renderli sempre più confortevoli, soprattutto di ampliare gli spazi all’aperto».
La seconda ragione? «Gli incentivi. Le pergole bioclimatiche possono usufruire delle detrazioni fiscali del 50% e una delle ultime novità è che, rientrando negli interventi che migliorano l’efficienza energetica degli edifici, possono accedere al Super Bonus 110%». Le pergole bioclimatiche infatti riducono i consumi di ventilazione, riscaldamento, climatizzazione e illuminazione nel rispetto dell’ambiente. Inoltre, schermando le superfici vetrate, favoriscono il comfort dell’indoor.
Quali sono le regole per utilizzare gli incentivi? La detrazione del 50% è riconosciuta sull’acquisto di schermature solari che aumentano l’efficienza energetica di abitazioni e locali. «La pergola però deve essere esposta da est a ovest passando per sud. Il parametro di prestazione energetica derivante dalla schermatura solare, il Gtot, deve essere pari o inferiore a 0,35 e proteggere una superficie vetrata dell’edificio – precisa Carraro – inoltre, deve essere fissa».
Per usufruire del Super Bonus: l’intervento complessivo deve aumentare di due classi energetiche l’edificio, confermate dalla certificazione energetica (A.P.E.) redatta da un tecnico abilitato. La pergola può dunque agganciarsi come intervento secondario a uno dei cosiddetti “trainanti”, indispensabili: isolamento termico, coibentazione, miglioramento degli impianti di riscaldamento. La nota dolente arriva nei limiti di detrazione previsti: 230 euro al metro quadro, senza distinzione tra schermature solari e pergole bioclimatiche, che invece mediamente hanno prezzi più alti.
Le variabili dei costi delle pergole bioclimatiche
Quanto può costare una pergola bioclimatica? Ecco i fattori da tenere in considerazione secondo Studio66 :
- Dimensioni ottimali: 3 metri di larghezza per 6 di profondità e 2,70 di altezza. Così si riduce lo sfrido, ovvero il calo che subiscono i materiali durante la lavorazione, e si mantiene il giusto equilibrio tra costi fissi e variabili. In questo range, la pergola può costare intorno ai 300-400 euro al metro quadro;
- I prezzi salgono e si può arrivare facilmente a 650 euro al metro quadro: se la superficie è maggiore per cui occorre assemblare più moduli onde evitare flessioni dei materiali; se l’altezza è superiore e servono tubi di sostegno più grandi; se si hanno forme asimmetriche; se si sceglie la versione con lamelle impacchettabili;
- Una possibile spesa extra: la pavimentazione. Le pergole bioclimatiche infatti devono essere ancorate al pavimento o essere dotate di elementi di pavimentazione autoportanti, in legno o piastrelle, per un costo ulteriore di circa 70-80 euro al metro quadro.
Tempi e complicazioni nell’installazione
La fase di montaggio di un una pergola bioclimatica composta da un singolo modulo normalmente richiede una giornata di lavoro. I tempi si allungano per progetti più complessi, che richiedono l’assemblaggio di più moduli o la costruzione di strutture architettonicamente complesse. Anche per le pergole, però, oggi occorre un po’ di programmazione e di pazienza.
Come per tutti gli interventi si parte dalla progettazione, necessaria anche quando la personalizzazione è minima. Ma il vero problema a monte del montaggio è una complicazione addizionale che è venuta a crearsi in tempi recenti ovvero, segnala Carraro, «la difficoltà nel reperimento di materie prime. Alluminio e acciaio, indispensabili per la struttura portante, sono diventati difficili da acquistare e questo incide sui tempi di lavorazione e quindi di consegna del prodotto finito».
Articolo pubblicato su 100 Idee per Ristrutturare luglio 2021
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