Casa-bottega: tre progetti in cui casa e lavoro sono sotto lo stesso tetto
Avere uno studio e uno spazio dove ricevere clienti e collaboratori in casa è diventata un’esigenza sempre più diffusa, che risponde a nuovi modi di vivere e lavorare
Sempre più spesso, le esigenze dell’abitare vanno conciliate con quelle dell’attività lavorativa. È il caso di chi fa smart working, dei liberi professionisti o in generale di chi svolge una professione che permette di fondere i due momenti, senza dover prevedere uno studio esterno. «Oggi, l’incontro tra casa e lavoro all’interno di un unico spazio fa parte del vero movimento di allontanamento da stili di vita faticosi, verso un’esistenza integrata e armoniosa che aderisce ai nostri molteplici ruoli, riconoscendo l’importanza individuale di ognuno» – sostiene l’architetto Chris Briffa. La casa e lo studio possono così unirsi in spazi multifunzionali e mutevoli secondo necessità, oppure coesistere in una stessa abitazione, ma con zone e funzionalità separate.
Benessere emozionale
L’esigenza è ovviamente declinabile in funzione del lavoro di chi abita lo spazio. Non sempre è necessario, ma se il bisogno c’è, la casa diventa un bene ancora più importante, perché si passa al suo interno la maggior parte del proprio tempo. Come emerso dal dialogo con l’architetto Stefano Piraccini, dello studio Piraccini+Potente, la progettazione, i materiali utilizzati e la disposizione degli spazi interni ed esterni devono essere di alta qualità. Per vivere e lavorare bene, si deve creare un ambiente confortevole, sano ed energeticamente efficiente, in modo da non far impennare la bolletta e non rovinare la nostra salute. Ma lo spazio deve essere anche emozionalmente sereno, metterci a nostro agio e favorire la creatività. Per esempio, affacciandosi su una zona verde, in modo da vedere il cambio della luce durante il giorno e delle stagioni. Anche per chi ha bisogno di essere più schermato, è importante avere alcuni elementi naturali o artistici all’interno dello spazio, che alleggeriscano la mente e lo sguardo durante le ore di lavoro. Le forme e le luci devono adattarsi a chi le vive.
Funzionalità pratica.
Chi lavora con arte, pittura, musica o danza ha esigenze particolari, di illuminazione e isolamento acustico. Ma sono tante le persone che hanno bisogno di spazi flessibili in cui lavorare e concentrarsi. «Gli elementi fondamentali di uno studio sono luce, visuale, materiali e suoni – spiega l’architetto Giulio Ciccarese dello studio Margine -. Serve una progettazione mirata a seconda delle esigenze, per esempio per contenere gli echi e la propagazione del suono. Luci adatte per chi lavora con la vista, sedie ergonomiche per chi sta molto seduto, pareti smart per chi deve contenere molto materiale, collegamenti con l’esterno o con altre camere per chi ha bisogno, per esempio, di controllare i figli mentre lavora. Oppure un collegamento diretto tra l’ingresso della casa, la cappottiera e lo studio, in modo da creare un percorso guidato per i clienti. La sfida è trasformare i tecnicismi in elementi portanti dell’intero progetto, creando spazi coerenti, confortevoli e altamente funzionali».
Musica nell’Appio Latino
di Giulio Ciccarese e Valentina Pontieri
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Articolo pubblicato su 100 Idee per Ristrutturare di Settembre 2022
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