Cucine in mansarda: tre proposte per adattare l’angolo cottura all’inclinazione del tetto
Come adattare la cucina a una falda pendente? La vita in mansarda ha regole tutte sue. Vediamole con gli esperti
Suggestive e affascinanti sono le case con mansarda. Dall’animo un po’ bohémien e un po’ signorile, questi spazi hanno pregi e difetti che, se studiati al meglio, possono regalare soluzioni interessanti e funzionali. La pendenza delle falde, per esempio, può rivelarsi complicata da gestire a causa delle altezze, in particolare nell’ambiente della cucina, dove i mobili, gli elettrodomestici e gli elementi di arredo, spesso, presentano forme standard che difficilmente possono essere modificate. Nel caso in cui non sia possibile realizzare un mobile disegnato su misura, infatti, occorre saper sfruttare le pendenze a proprio favore, per non sprecare metratura e ricavare il maggior spazio contenitivo possibile.
Pendenza delle falde. «In generale conviene destinare la parte più alta della mansarda – spiega l’architetto Francesca Ferlazzo Natoli – per la circolazione dell’aria e sfruttare gli spazi bassi per inserire elementi contenitori». È buona norma, quindi, sistemare i mobili dove le altezze sono inferiori, lasciando libera la parte con le altezze maggiori, così che ci sia maggiore libertà di movimento e, al contempo, si favorisca il ricambio d’aria. «Nel caso specifico della cucina, poi – aggiunge l’esperta –, occorre assicurare a chi la vive tutto lo spazio di manovra necessario alla preparazione dei piatti. Chi sta tra i fornelli deve potersi muovere tra piano di lavoro ed elettrodomestici senza rischiare di battere la testa contro il soffitto o una trave»
Illuminazione. I lucernari, catturando la luce zenitale, sono in grado di garantire all’ambiente indoor tutta l’illuminazione necessaria alle attività domestiche. Al calar del sole, un impianto illuminotecnico calibrato deve provvedere a svolgere la medesima funzione: «l’illuminazione pendente è piacevole – prosegue l’architetto –, ma è complicato utilizzarla in un sottotetto. Non è semplice, infatti, lavorare con i classici lampadari, perché con un soffitto non piano si rischia di creare un effetto strano. In più, fissare la rosetta può essere un problema. Se si vuole semplificare il lavoro, un sistema di faretti, di strip led o di appliques possono rappresentare una buona strategia alternativa».
Circolazione dell’aria. Sotto a un tetto, in un ambiente in cui l’altezza è ridotta rispetto a un’abitazione tradizionale, il ricambio d’aria può risultare più complesso, specie nei mesi invernali, quando aprire la finestra – che in questo caso può essere anche un lucernario o un abbaino – può essere complesso. «In mansarda – spiega l’architetto Marco Sarotto dello studio di architettura Idaa –, è fondamentale inserire una cappa, preferibilmente aspirante, connessa a un condotto che sfocia all’esterno. Qualora questo non sia possibile, si può scegliere una cappa filtrante, che però deve essere accompagnata dall’apertura periodica delle finestre. Favorendo il ricambio d’aria, non si riducono solo le particelle inquinanti o nocive derivate dalla preparazione dei piatti, ma anche l’umidità accumulata nei diversi ambienti». In questo senso, una buona scelta può essere l’inserimento di un impianto di ventilazione meccanica controllata, che garantisce in maniera costante la qualità dell’aria indoor e il comfort della casa.
L’angolo molto acuto della mansarda
di Architetto Francesca Ferlazzo Natoli
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Flessibilità sotto al tetto
dello studio di architettura Idaa
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Articolo pubblicato su 100 Idee per Ristrutturare di dicembre 2021 – gennaio 2022
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