Finestre sul tetto: tre idee per illuminare il living con la luce zenitale
I raggi zenitali sono i più benefici, quelli per cui il nostro corpo è biologicamente programmato. In salotto, poi, hanno molte funzioni architettoniche
L’elemento ordinatore, che lascia entrare la luce nelle diverse ore della giornata. Che consente allo spazio di trasformarsi a seconda della posizione e del movimento del sole, in base agli orari e alle stagioni. Il lucernario incornicia i raggi zenitali e li porta negli ambienti interni della casa. Nel living, contribuisce a tracciare i contorni degli spazi e a dividere le funzioni: la luce naturale che giunge dall’alto dà, alle diverse postazioni, il giusto risalto, e conferisce a divano, area studio o zona pranzo il comfort necessario a godere del relax, a lavorare o studiare e a mangiare.
Tipologie di aperture. Ogni lucernario è pensato per una copertura specifica: esistono finestre per tetto a falda e per tetto piano. «Per la scelta del prodotto – spiega l’architetto Maria Eliana Madonia – occorre prima di tutto valutare l’esposizione e il tipo di luce che si vuole. Poi l’infisso cambia sulla base della pendenza, perché, al di là delle coperture piane, i tetti a falda possono presentare una inclinazione minima o una più importante, oltre i dieci gradi. Possono essere vere e proprie finestre, avere il vetro caratterizzato da una leggera curvatura, o, ancora, avere una cupola in policarbonato integrata che le protegge: questo in particolare nel caso di apertura su tetto senza pendenza». Non solo. Anche il tipo di apertura cambia: esistono finestre fisse e altre a vasistas oppure con apertura a bilico sull’asse, regolate da un meccanismo elettrico – spesso alimentato da un piccolo pannello fotovoltaico – o gestibili solo in maniera manuale. «Sicuramente, bisogna tenere in conto – aggiunge l’esperta – che i lucernari per copertura piana hanno possibilità di apertura parziale e limitata».
Procedura normativa. Per valutare il tipo di pratica da presentare in Comune o all’ente responsabile, è necessario identificare la tipologia di immobile. Nel caso di un edificio storico o compreso in un centro abitato, occorre consultare la Soprintendenza alle Belle Arti, richiedendo un permesso adeguato ai vincoli urbanistici della struttura. «Per effettuare i lavori, quando si opera su una casa esistente – prosegue l’architetto –, bisogna presentare in Comune una SCIA, mentre in caso di un progetto nuovo basta inserire il lucernario nel disegno. Il tecnico deve rispettare le altezze e le superfici minime sotto al tetto, deve tenere in conto che lo spazio deve essere illuminato e arieggiato per almeno un ottavo della metratura. In questo modo è possibile rendere abitabile uno spazio mansardato». A livello di copertura, poi, «non ci sono limiti alla superficie finestrata che si può inserire in un tetto – spiega l’architetto Emanuele Franco dello studio di progettazione Ideea Architettura –, bisogna solo trovare un equilibrio tra luce, budget, comfort ed efficientamento energetico»
Ventilazione. Oltre alla possibilità sempre più diffusa di connettere le finestre a un impianto domotico per gestirne il funzionamento da remoto, molti lucernari in commercio sono dotati di speciali sensori che ne regolano l’apertura e la chiusura sulla base della qualità dell’aria indoor. In questo modo, è possibile garantire la salubrità dello spazio abitativo anche nel caso di infissi posizionati in punti alti o scomodi da raggiungere.
La luce che connette interno ed esterno
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Spazi luce in un tetto nuovo
dello studio architettura Ideea
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Orientamenti diversi per falde diverse
dello studio Ruetemple
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Articolo pubblicato su 100 Idee per Ristrutturare di Febbraio 2022
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