Travi a vista: tre idee per valorizzare la struttura di sostegno
Nascono per sorreggere la copertura o contrastare le spinte architettoniche delle falde. Le travi a vista danno sostegno a un edificio e creano un effetto scenico unico
Elementi portanti, funzionali a strutture solide e resistenti. Ma anche tratti estetici dal fascino intramontabile, che seguono un’ispirazione classica e tradizionale o una più industriale. Le travi a vista a soffitto possono tracciare un solaio piano, un tetto spiovente o formare una capriata con un sistema di travetti. Possono far parte dell’architettura originale o rappresentare un carattere di un progetto nuovo, ricreato con una precisa volontà estetica a partire dal recupero di elementi provenienti da altre strutture o dal medesimo edificio dove, però, erano usati inizialmente in maniera differente.
Restauro di una trave. Quando si utilizza una trave antica, può essere un’operazione utile un piccolo intervento di restauro che ne faccia risaltare le caratteristiche originali. «Nel caso in cui la qualità del legno sia particolarmente elevata – spiega Alessandra Castelbarco Albani, architetto co-fondatore dello studio di progettazione Plus Ultra –, si può usare un trattamento di soli oli nutritivi.
Oppure può rendersi necessario un carteggio o una spazzolatura che risolvano i piccoli difetti del tempo. Nel caso, invece, in cui sul legno si vedano dei piccoli fori, si può ipotizzare che il tetto abbia subito un attacco di tarli. In questo caso conviene attuare un trattamento apposito, scegliendo tra una disinfezione dell’intera area con un gas che inonda l’intero spazio o un liquido da iniettarsi tra le fibre che siano tossici per questi parassiti».
Tipologie di travi. Si possono usare travi in legno o travi in metallo, capaci di dare effetti e di garantire performance tecniche diverse tra di loro. «Una trave in legno – spiega Fabrizio Lucchetti, architetto dello studio di progettazione Outline Studio 54 – è capace di portare in casa un’atmosfera unica, dà un effetto plastico e chiaroscurale che si ha solo di fronte a una venatura spaccata. Una trave in bilama ha una tenuta molto maggiore e poi può essere rivestita in legno per un effetto più romantico, anche se si tratta di un’operazione un po’ laboriosa».
Una T in acciaio può essere incassata o appoggiata al soffitto o al solaio, grazie alle prestazioni tecniche più elevate e alle dimensioni inferiori, che ben si prestano ai solai sottili degli appartamenti di città o al supporto di un soppalco. Tuttavia, queste hanno un costo maggiore di una trave in legno classica e non caratterizzata da una preziosità specifica.
La trave e il tetto. A seconda della zona d’Italia, la tradizione propone materiali diversi per la realizzazione di un tetto con travi a vista. «Nel Nord – aggiunge l’architetto Castelbarco Albani –, si è sempre usato di più il legno, in particolare nelle zone di montagna. Al centro e al sud, dove questa risorsa era più preziosa, alle travi si abbinavano pianelle in cotto o argilla». Al di là delle maggiori capacità isolanti delle fibre legnose, i diversi materiali danno opportunità differenti nella creazione di un’atmosfera e di un’estetica indoor che sia armonica. «Anche una trave in metallo – conclude l’architetto – può essere accostata a materiali di diversa natura per apportare un maggiore calore o per calcare l’effetto industriale».
La leggerezza della travatura bianca
dello studio di progettisti i29
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Travi, travetti e terracotta in capriata
dello studio di architettura Plus Ultra
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Falegnameria sopra e sotto il soppalco
dello studio Outline Studio 74
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Articolo pubblicato su 100 Idee per Ristrutturare di Marzo 2022
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Approfondimenti
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