Il cielo sulla doccia: tre idee per rilassarsi con la luce naturale grazie ai lucernari
Una doccia con vista sul cielo consente di ottimizzare luce e aerazione in bagni piccoli e di conferire un maggiore fascino alla casa
Ricongiungersi con la natura nel momento del contatto con l’acqua. Non serve calarsi nella radura di una foresta per ritrovare la suggestione di un bagno nutriente per lo spirito e per i sensi. Un lucernario puntato sul box doccia unisce al relax di un getto d’acqua che fluisce sul corpo la luce naturale del sole che accarezza la pelle. «Se all’interno della casa – racconta l’architetto Davide Pavanello –, una doccia vista cielo consente di dedicare un momento al proprio benessere con la possibilità di osservare le stelle. Un intervento dagli accenti romantici come questo può fare la differenza nel fascino di un’abitazione». Ma non solo. Una finestra verso l’alto può anche avere ragioni molto pratiche. Capita spesso, infatti, che i bagni presentino una metratura ridotta o che non siano dotati di apertura per la ventilazione e l’ingresso della luce naturale. Nel momento in cui non si hanno pareti disponibili alla creazione di una finestra e l’ambiente è posto in un piano con sbocco sul tetto, lo sfruttamento di un lucernario può rappresentare una strategia funzionale
I benefici. I bagni sono stanze che devono rispettare precise caratteristiche: «in particolare, devono mantenere un corretto rapporto aero-illuminante – spiega Gianni Ingardia, fondatore dello studio di architettura omonimo –, per garantire le condizioni di fruibilità dell’ambiente». Un lucernario rappresenta, dunque, una valida alternativa alla finestra classica, laddove questa non sia installabile in maniera tradizionale. «Quando si progettano queste aperture – prosegue l’esperto – va tenuto in conto, peraltro, che la presenza di docce o vasche creerà un inevitabile ristagno d’acqua e sarà quindi necessario più che in altre stanze un sistema finalizzato all’aerazione quale è, appunto, un’apertura, in modo da evitare la formazione di condensa o muffe nocive per la struttura e insalubri per chi la utilizza.»
Il rapporto con il tetto. In molti casi, gli attici, le case mansardate o le abitazioni indipendenti sono dotate in partenza di aperture sul tetto, sia questo a doppia falda o piano – anche se in misura minore, in questa seconda circostanza. «Quando si vuole inserire un lucernario su una copertura già esistente – spiega l’architetto Emanuele Bugli –, bisogna prestare grande attenzione a sigillare tutto il sistema attraverso una posa certificata operata da un posatore formato. Occorre, infatti, che l’apertura rispetti le condizioni di tenuta all’acqua e di sigillatura rispetto alla coibentazione della struttura. Può essere rischioso tagliare la guaina del tetto, ma con le dovute accortezze si può fare un ottimo lavoro»
Pratiche di permesso. Nella maggior parte delle circostanze, quando la casa è già dotata di lucernario, per realizzare una doccia sormontata da un’apertura è sufficiente presentare la CILA nel Comune di competenza. Se si vuole aprire un varco nella copertura occorre, invece, rivolgere domanda di autorizzazione paesaggistica al Dipartimento dei beni culturali di riferimento e consegnare la SCIA al Comune cittadino. La richiesta della documentazione può variare da Regione a Regione.
La luce che attraversa i bagni
degli architetti Emanuele Miliani ed Emanuele Bugli in collaborazione con Martina Rigoni
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Il romanticismo rivolto al cielo
dell’architetto Davide Pavanello
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Articolo pubblicato su 100 Idee per Ristrutturare settembre 2021
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