Una stanza in più in giardino
Un angolo in cui rilassarsi e ammirare la bellezza della natura. O ricercare la pace della solitudine. Una stanza in più nel verde può rappresentare un rifugio prezioso
Ritrovare un contatto con la natura. E, insieme, con se stessi, con i propri bisogni e con il proprio bioritmo, troppo spesso alterato dalla velocità della società. Una stanza in più in giardino può essere progettata in molte forme, può rivestire diverse funzioni. Prima di tutto, però, rappresenta un rifugio per l’anima. Lo abbiamo riscoperto con il lockdown e con l’isolamento causato dalla pandemia, che hanno spinto tutti a organizzare passeggiate in montagna e nei parchi: il verde delle foglie e il cinguettio degli uccelli sono in grado di stimolare una parte del cervello – l’ipotalamo – che, così, induce nel corpo un maggiore senso di benessere. Uno spazio tra gli alberi diventa, dunque, un luogo in cui riscoprirsi, anche attraverso la ricreazione del legame con la natura e con un paesaggio ancestrale e primitivo. Una via per ripensare il nostro modo di abitare, con il passo più leggero possibile, per rispettare la condivisione dell’ambiente tra la nostra specie e le altre. Prime fra tutte le piante stesse.
Tipologie di casette in giardino. Per realizzare una piccola casetta da sistemare a pochi passi da casa, si possono scegliere moduli standard o personalizzabili, oppure si può richiedere un progetto ad hoc. «Esistono soluzioni replicabili che sono pensate per tutti gli usi di tutte le persone – spiega Paolo Scoglio, architetto dello studio di architettura The Nest –. Questo tipo di struttura è normalmente disegnato per poter essere poggiato a terra, sistemato tra gli alberi o addirittura, in alcuni casi, su un dispositivo di galleggiamento». In alternativa si può elaborare un progetto su misura, che parte da un sopralluogo che consente di geolocalizzare gli alberi e valutare se una di queste piante può ospitare una piccola cellula. Nel caso in cui la scelta ricada su una casa sull’albero «occorre prima di tutto valutare la pianta in questione – spiega Walter Patella, architetto dello studio Wworks –, che condiziona la forma e il tipo di struttura che si può realizzare. L’importante è che sia un albero resistente e dal diametro sufficientemente ampio. Ma non necessariamente il volume deve usare l’albero come supporto. Anzi, la normativa (per esempio per le case sull’albero ricettive in Piemonte) dice il contrario: la struttura deve scaricare il peso a terra tramite pilastri in legno». Al suo interno, poi, «questa struttura può ospitare una scrivania per offrire lo spazio adatto allo studio o al lavoro, un letto per un momento speciale o per rilassarsi con i ritmi della natura – aggiunge l’architetto Michele Perlini –. Oppure si può pensare a uno spazio per i bambini, una piccola palestra nel verde o una sauna con vista sugli alberi».
I permessi da richiedere. Per le case da giardino di dimensioni ridotte, mobili e prive di allacci agli impianti idrici, non ci sono particolari permessi e autorizzazioni comunali da richiedere. «Poiché si tratta di edilizia libera – prosegue Perlini –, non servono calcoli strutturali o antisismici fino ad un limite di dimensione che viene definito da ogni Comune, solitamente tra i 5 e i 20 mq. Da considerare è la distanza dai confini, che da codice civile non deve essere inferiore di 3 metri quadrati a meno che non venga stipulato un accordo privato tra le parti– ma occorre verificare per ogni località». Il legno istituisce una comunicazione tra i diversi elementi, e ricolloca l’uomo in una posizione che non è superiore, ma in continuità con le altre creature.
Articolo pubblicato su 100 Idee per Ristrutturare luglio 2021
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