Architettura biocompatibile: realizzare una serra bioclimatica
“Vivo in condominio e intendo realizzare una serra bioclimatica. Come posso procedere e quali caratteristiche e parametri occorre rispettare?” Chiara G., Milano
Cosa si intende per serra bioclimatica? La serra bioclimatica è un elemento dell’architettura biocompatibile che consente un risparmio energetico per il riscaldamento e per il raffreddamento, con conseguenti riduzione delle emissioni di CO2 e possibilità di rendere un ambiente termoregolato in tutte le stagioni. Si tratta di un manufatto di completamento visivamente paragonabile alle verande, ma che possiede caratteristiche ben precise a livello costruttivo e funzionale.
La sua realizzazione presuppone quindi una progettazione specifica volta alla riduzione del fabbisogno energetico del subalterno a cui è collegata, nel pieno rispetto dei parametri richiesti dalle regolamentazioni regionali, provinciali e comunali. Nel contesto di un edificio condominiale, la realizzazione può avvenire solo in seguito alla verifica del rispetto di eventuali prescrizioni contenute nel regolamento condominiale e al conseguente passaggio in assemblea. Innanzi tutto, la serra deve essere orientata a sud, sud-est, sudovest, non deve essere riscaldata né raffrescata ed è necessario che pareti e copertura siano realizzate in vetro.
Il rapporto tra superficie vetrata e superficie totale varia a seconda dei singoli regolamenti. Indicativamente deve essere almeno del 50% in Lombardia (DGR X1216/2014), mentre in altre Regioni si richiede una porzione vetrata di almeno il 70% della superficie totale. Al contempo, il pavimento deve essere realizzato con materiali che favoriscano la captazione del calore e il suo graduale rilascio.
Per mantenere il contesto libero e garantire il massimo apporto solare, occorre evitare le ombre derivanti dalle strutture e quelle determinate da ombreggiamenti esterni. È efficace – e in alcuni territori obbligatorio, come in Lombardia – prevedere schermature che limitino l’irraggiamento estivo, evitando il surriscaldamento degli ambienti stessi. Anche le dimensioni di una serra bioclimatica variano in base ai regolamenti comunali e alle leggi regionali.
In linea generale, la dimensione della serra netta può arrivare al 15% della superficie utile dell’unità immobiliare e deve consentire una riduzione documentata pari ad almeno il 10% del fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione invernale o il riscaldamento di ciascun subalterno a cui è collegata. L’unità immobiliare su cui si attesta la serra bioclimatica deve mantenere il rispetto di tutte le normative, comprese le verifiche di illuminazione e di aerazione, ed è necessario che la serra comunichi con un’apertura con la parte preesistente dell’immobile.
Pur non essendo considerata come ampliamento da un punto di vista urbanistico, la serra deve rispettare le distanze previste per le costruzioni – in accordo con le leggi regionali e i regolamenti edilizi – quali la distanza minima tra edifici, la sede stradale e dai confini di proprietà.
Nel caso di edifici condominiali, l’intervento non deve pregiudicare per altri condomini la realizzazione del medesimo manufatto né influire sul decoro dell’immobile. Il Dpr 380/2001 all’art. 123 comma 2 richiede che l’assemblea si esprima con la maggioranza delle quote millesimali per consentire interventi, in parti comuni di edifici, volti al contenimento del consumo energetico degli edifici stessi. Inoltre, il codice civile all’art. 1117 al comma 1 identifica le facciate come parti comuni, da qui la necessità di ottenere l’autorizzazione assembleare.
Agevolazioni e costi di una serra bioclimatica
Le serre bioclimatiche, rientrando a pieno titolo nelle soluzioni che permettono l’efficientamento energetico e il contenimento dei consumi, vengono incentivate da un punto di vista amministrativourbanistico. Per la loro realizzazione non è necessario un titolo edilizio forte, pur trattandosi di nuova costruzione, ma è sufficiente la presentazione di una SCIA edilizia. Nel rispetto delle caratteristiche dimensionali e di efficienza energetica, la serra è considerata volume tecnico ininfluente dalle verifiche urbanistiche.
Quindi, non sono dovuti oneri né contributi tipici delle nuove costruzioni. In edifici sottoposti a vincolo paesaggistico, la realizzazione della serra avviene in seguito al rilascio di autorizzazione paesaggistica semplificata in accordo al limite volumetrico di cui al punto B1 – non superiori al 10% della volumetria originaria e comunque inferiore a 100 metri cubi – e al punto B3 del DPR 31/2017. La serra bioclimatica ha un costo di realizzazione variabile in relazione alle finiture, stimabile in circa 500-700 €/mq. In linea generale, è una soluzione che offre una resa estetica dell’edificio post realizzazione di notevole impatto e prestigio e che aumenta il valore commerciale dell’immobile.
Articolo pubblicato su 100 Idee per Ristrutturare novembre 2020
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